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MONDO

La Cgia di Mestre analizza contraccolpi su bilancio Ue

L'Europa dopo Brexit. Quanto si svuoteranno le casse dell'Unione?

I sudditi di Sua Maestà hanno versato all'Europa quasi 186,5 miliardi di euro in 15 anni. Una somma che costituiva da sola quasi il 10 % del bilancio dell'Unione. Quanto dovremmo pagare adesso per pareggiare i conti di Bruxelles?

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Effetto Brexit anche sui conti di Bruxelles. Perché se la Gran Bretagna è stata tra i paesi più “generosi” nei confronti del’Unione, ora – inevitabilmente – le casse dell’Ue dovranno imparare a farne meno, Con prevedibili contraccolpi sulle tasche degli altri paesi contributori.
 
Nel dare-avere con l’Europa il Regno Unito ha 'lasciato' all'Ue circa 5,5 miliardi di euro ogni anno. Parola di un’analisi condotta dalla Cgia (l’associazione delle piccole imprese di Mestre). Tra il 2000 e il 2014 il Regno Unito avrebbe versato all'Unione europea ben 186,5 miliardi di euro. Bruxelles nel frattempo, rileva la Cgia, al netto delle spese di amministrazione, ne avrebbe 'restituiti' a Londra ‘solo’ 102,6 miliardi.
 
In questo quindicennio il saldo è stato pertanto di 83,9 miliardi di euro, pari appunto a una media annua di 5,5 miliardi di euro. Tra i 28 paesi dell'Unione europea, solo la Germania ha ‘regalato’ di più degli inglesi: con un saldo di 163,3 miliardi pari ad un importo medio annuo di 10,8.
 
Un gruzzolo notevole: soprattutto perché, se il bilancio Ue del 2014 è stato di 142, 6 milioni di euro, di questi almeno 11,3 miliardi provenivano dai contributi britannici. Insomma, la Gran Bretagna ‘faceva’ da sola  quasi il 10 per cento del bilancio. E ora come possiamo farne senza?
 
"Gli accordi sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue dovranno essere ratificati entro 2 anni – ricordano gli analisti Cgia - Pertanto, in questo periodo di tempo saranno sicuramente definite le modalità  operative ed economiche della Brexit". Sta di fatto però, visto il peso economico del Regno Unito e la sua incidenza sul bilancio Ue, che gli effetti economici negativi dell'uscita potrebbero ricadere, in particolar modo, sulle casse degli altri paesi del'Unione. Tra questi, ovviamente, anche l’Italia.